Leonardo e l’amore per la musica
Settembre 08, 2025

Il rapporto tra Leonardo da Vinci e la musica: virtuoso della lira, inventore di strumenti come la viola organista e teorico dell’armonia.

Leonardo non fu solo un pittore e uno scienziato, ma anche un uomo di musica: suonava, inventava strumenti incredibili e rifletteva sulle leggi dell’armonia. L’amore di Leonardo per la musica dimostra quanto fosse ampio il suo concetto di arte, che non si limitava al dipingere e progettare, ma anche a esplorare i segreti del suono, unendo la pratica strumentale all’invenzione. Virtuoso della lira, ideatore di strumenti visionari come la viola organista e la clavi-viola, osservatore attento dei fenomeni acustici, Leonardo visse la musica come parte integrante del suo universo creativo. In un’epoca in cui le arti dialogavano costantemente, il suo esempio ci ricorda che musica e pittura, pur essendo forme d’arte diverse, condividono la stessa ricerca di armonia e bellezza.

INDICE

  1. La musica come sorella della pittura
  2. Leonardo musicista e virtuoso della lira
  3. Strumenti musicali immaginati e progettati
  4. Riflessioni teoriche e legami con la scienza


La musica come sorella della pittura

Leonardo da Vinci non fu soltanto pittore, scienziato e inventore e nella sua vita ebbe un ruolo fondamentale anche la musica, che considerava un’arte vicina alla pittura. Nei suoi scritti la definì infatti “sorella” della pittura, poiché entrambe erano e sono fondate su armonia e proporzione. Nel suo Trattato di Pittura, Leonardo infatti scrive:

“La musica non è da essere chiamata altro che sorella della pittura, conciossiaché essa è subietto dell’udito, secondo senso all’occhio, e compone armonia con la congiunzione delle sue parti proporzionali operate nel medesimo tempo, costrette a nascere e morire in uno o più tempi armonici, i quali tempi circondano la proporzionalità de’ membri di che tale armonia si compone, non altrimenti che faccia la linea circonferenziale per le membra di che si genera la bellezza umana.

Nello stesso Trattato, Leonardo sottolinea una differenza cruciale tra le due arti e aggiunge:

“Ma la pittura eccelle e signoreggia la musica perché essa non muore immediate dopo la sua creazione, come fa la sventurata musica, anzi, resta in essere, e ti si dimostra in vita quel che in fatto è una sola superficie”.

Secondo Leonardo, quindi, la pittura resta davanti agli occhi dello spettatore, mentre la musica svanisce nell’istante stesso in cui viene eseguita. Per Leonardo la musica era un linguaggio potente ma destinato a dissolversi, un’arte capace di emozionare senza lasciare tracce tangibili, se non nella memoria e questo contrasto tra durata e fugacità delle due arti lo affascinava, portando a riflessioni sul valore effimero del suono rispetto alla permanenza dell’immagine.

Il tamburo di Leonardo Da Vinci
Il tamburo di Leonardo Da Vinci

Leonardo musicista e virtuoso della lira

Leonardo imparò fin da giovane a suonare la lira, strumento allora molto diffuso nelle corti italiane. Ben presto sviluppò un talento tale da essere ricordato come un virtuoso, in grado di improvvisare melodie con facilità sorprendente.

Le fonti più attendibili, come Giorgio Vasari, raccontano che Leonardo fu un musicista straordinario e la sua abilità era tanto nota che, quando si recò a Milano nel 1482, portò con sé una lira da lui stesso progettata e realizzata, con la cassa armonica a forma di testa di cavallo. Lo strumento, costruito in argento per amplificarne il timbro, divenne quasi leggendaria, simbolo della sua capacità di unire creatività artistica e conoscenza tecnica.

Lo strumento fu donato a Ludovico il Moro, e servì anche come biglietto da visita, poiché Leonardo non si presentò soltanto come pittore e ingegnere, ma come artista capace di incantare con la musica, conquistando così i favori della corte sforzesca. Alla corte di Ludovico il Moro a Milano, come in quelle di Firenze e di Francia, i musicisti erano figure centrali delle cerimonie e delle feste.

Leonardo, grazie al suo talento, poté quindi inserirsi facilmente in questo ambiente, offrendo non solo dipinti e progetti ma anche spettacoli musicali, invenzioni sceniche e strumenti innovativi. La sua versatilità lo rese un protagonista indiscusso delle arti di corte, apprezzato non solo per i quadri ma anche per la capacità di allietare e stupire con la musica.

Alcuni storici ipotizzano che Leonardo sapesse suonare anche strumenti a tastiera, come il virginal, diffuso nelle corti rinascimentali, ma è la lira a rappresentare il legame più documentato tra il genio toscano e la musica.

Il Carillon di Leonardo da Vinci
Il Carillon di Leonardo da Vinci


Strumenti musicali immaginati e progettati

Accanto alla pratica musicale, Leonardo dedicò molte energie anche all’invenzione di nuovi strumenti e nei suoi codici si trovano progetti di eccezionale ingegno, frutto della fusione tra passione artistica e competenza meccanica.

Tra questi spicca la celebre viola organista, uno strumento a tastiera ideato per unire le caratteristiche dell’organo e della viola da gamba. A differenza degli strumenti tradizionali, le corde non venivano pizzicate o percosse, ma sfregate da ruote rotanti azionate da un pedale, dando un suono prolungato e avvolgente, capace di imitare un’intera sezione d’archi. La viola organista è tra i progetti più complessi e affascinanti di Leonardo alcuni liutai moderni hanno provato a ricostruirla seguendo i disegni leonardiani, ottenendo strumenti funzionanti che permettono di immaginare l’effetto suggestivo pensato dall’artista.

Un altro progetto degno di nota è la clavi-viola, anch’essa descritta nel Codice Atlantico come la viola organista. Si trattava di uno strumento portatile, concepito in modo che il musicista potesse suonarlo mentre camminava, utilizzando un sistema di corde e leve collegato alla caviglia.

Nei suoi quaderni compaiono poi i tamburi meccanici, altro tentativo di Leonardo di trasformare la musica in un’esperienza non solo estetica ma anche ingegneristica, in cui ritmo e movimento si intrecciavano con la meccanica.

Leggi anche: Leonardo da Vinci e il fascino per il volo


Riflessioni teoriche e legami con la scienza

La musica per Leonardo non fu mai soltanto intrattenimento ma rappresentava un campo di indagine scientifica. Nei suoi appunti analizzò il fenomeno sonoro come risultato della vibrazione dell’aria, descrivendo concetti che anticipano nozioni moderne di acustica. Parlò di “armonia proporzionale” e di “tempo armonico”, dimostrando un interesse profondo per le leggi matematiche che regolano la produzione del suono.

Non sorprende, quindi, che avesse rapporti di scambio intellettuale con matematici come Luca Pacioli, il quale a sua volta rifletteva sui rapporti numerici e sulle proporzioni, comuni tanto alla musica quanto alla geometria e alla pittura.

Nelle sue opere pittoriche emerge anche il parallelo tra musica e arti visive: nel Rinascimento era frequente collegare le proporzioni estetiche a quelle musicali, considerate un riflesso dell’ordine cosmico, e in dipinti come l’Ultima Cena o l’Annunciazione Leonardo sembra abbia adottato proporzioni derivate da rapporti armonici musicali, costruendo una sorta di “partitura visiva”.

Mostra Leonardo da Vinci Roma

Immagine di copertina da Freepik

2 thoughts on “Leonardo e l’amore per la musica
  1. sciopa

    io volevo sapere le caratteristiche di leonardo da vinci con il liuto

    1 Marzo 2024

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