Leonardo aveva un amante? Il mistero di Salaì, allievo fedele di da Vinci
Luglio 01, 2025

Leonardo da Vinci visse accanto a Salaì per oltre venticinque anni: allievo, modello e forse amante, il giovane ribelle divenne volto di opere celebri e compagno enigmatico della sua vita.

Tra i tanti misteri che avvolgono la vita di Leonardo da Vinci, quello legato ai suoi affetti più intimi è tra i più discussi. Il genio rinascimentale non ebbe moglie né figli, e preferì dedicare la sua esistenza all’arte, alla scienza e alla conoscenza ma accanto a lui visse per oltre venticinque anni un giovane dalla bellezza magnetica e dal carattere turbolento: Gian Giacomo Caprotti, detto Salaì. Il loro legame, costellato di episodi curiosi e di possibili allusioni nei dipinti, ha fatto nascere l’idea che Salaì non fu solo un allievo di Leonardo, ma anche un compagno di vita.

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Chi era Gian Giacomo Caprotti, detto Salaì?

Gian Giacomo Caprotti nacque a Oreno di Vimercate intorno al 1480 e fu affidato alla bottega di Leonardo nel 1490, quando aveva solo dieci anni. Leonardo lo soprannominò “Salaì”, ovvero “piccolo diavolo” per via della sua indole ribelle e le sue continue marachelle. Giorgio Vasari lo descrisse infatti come incline a rubare denaro e abiti, oltre che come un ragazzo bello e affascinante.

L’allievo condivise gran parte della sua vita con Leonardo, rimanendo al suo fianco per più di venticinque anni e seguendolo da Milano a Firenze e poi in Francia. Questo dato è significativo poiché all’epoca i rapporti tra maestro e allievo erano spesso temporanei, mentre in questo caso la durata del legame potrebbe testimoniare un rapporto eccezionale, che forse andava oltre la formazione artistica.

Salaì era l’amante di Leonardo?

Salaì non fu semplicemente un allievo di Leonardo ma rivestì un ruolo centrale nella vita del maestro, facendogli da assistente e probabilmente anche modello. In molti infatti riconoscono i suoi lineamenti nei tratti morbidi e sensuali del San Giovanni Battista, ma anche nel disegno dell’“Angelo incarnato”, conservato al Louvre, considerato una delle opere più audaci e allusive di Leonardo.

Alcune ipotesi più ardite lo vedono dietro il volto enigmatico della Gioconda o nella Monna Vanna, nudo della celebre dama di cui esistono diverse versioni, inclusa quella di Salaì. In questi lavori la bellezza androgina di Salaì, sospesa tra maschile e femminile, sembrerebbe incarnare l’ideale estetico di Leonardo, che amava rappresentare figure ambigue e misteriose.

Sulla base di questo e da quanto dimostrano documenti e testamenti che testimoniano la vicinanza tra i due, alcuni ipotizzano un legame oltre l’arte e spesso ci si è chiesti se Salaì fosse l’amante segreto di Leonardo.

Rispondere a questa domanda non è semplice poiché non esistono prove certe di una relazione sentimentale tra Leonardo e Salaì.

Leonardo amante Gioconda Monnalisa

Le accuse a Leonardo di sodomia

Leonardo, insieme ad altri ragazzi, era stato accusato di sodomia da giovane, ma il processo si concluse senza condanna. La vicenda ha alimentato l’idea che fosse omosessuale ma che vivesse con discrezione la propria omosessualità.

Alcuni indizi fanno pensare a un affetto speciale per Salaì, ad esempio il fatto che Leonardo lo portasse sempre con sé, la presenza costante del giovane nella sua cerchia più intima, la durata del legame e la scelta di nominarlo erede parziale dei suoi beni nel testamento.

Il fatto che però Salaì fosse amante di Leonardo resta ancora un’ipotesi, dato che le fonti non indicano mai esplicitamente che fossero amanti.

Gli indizi nelle opere di Leonardo

Ad alimentare le voci sulla presunta relazione tra Leonardo e Salaì ci sono anche indizi rilevati nelle opere di Leonardo. Nella Gioconda, ad esempio, alcuni sostengono di vedere due lettere microscopiche negli occhi, una S e una L che corrispondono alle iniziali di Salaì e Leonardo.

In altri casi si parla di disegni erotici attribuiti al maestro, che raffigurerebbero scene omoerotiche. Questi fogli, però, sono oggetto di discussione e, se da una parte c’è chi li considera come autentici studi di Leonardo, dall’altra c’è chi invece li attribuisce a seguaci o a mani posteriori.

Leonardo aveva un'amante

Perché Leonardo lasciò parte della sua eredità a Salaì?

Alla morte di Leonardo, nel 1519, il suo testamento affidava gran parte dei beni all’allievo Francesco Melzi, ma anche Salaì ricevette dipinti e possedimenti, tra cui la celebre Gioconda, secondo alcune fonti.

Questa scelta conferma che la loro relazione era di grande importanza, e che Salaì fosse quasi una persona di famiglia, al di là delle dispute su un possibile legame amoroso.

Leonardo avrebbe potuto allontanare Salaì, considerato da molti poco affidabile, ma non lo fece mai e, al contrario, gli garantì un posto nella sua memoria e nelle sue ultime volontà.

Cosa dicono gli studiosi?

Sulla questione gli storici sono cauti, perché non esistono testimonianze dirette di una relazione sentimentale tra Leonardo e Salaì.

Alcuni leggono i disegni erotici attribuiti a Leonardo come conferma di una sua omosessualità vissuta in silenzio, altri parlano di semplice esercizio anatomico. Le fonti documentarie, dal Vasari al Lomazzo, riconoscono l’importanza di Salaì nella vita del maestro, ma non chiariscono la natura del loro rapporto.

Resta indubbio che la relazione con Salaì fu una delle più durature e significative della vita di Leonardo, e che senza di lui l’immagine stessa del genio sarebbe meno complessa e affascinante, ma l’esistenza di un legame amoroso tra i due rimane un’ipotesi ad oggi non confermata.