La vita privata di Leonardo da Vinci è avvolta nel mistero, e tra le figure più enigmatiche che lo hanno accompagnato c’è Gian Giacomo Caprotti, noto come Salaì. Questo giovane artista fu allievo e assistente di Leonardo per oltre 25 anni, e alcuni studiosi ipotizzano che tra i due ci fosse un legame più profondo.
Chi era Salaì?
Salaì, il cui soprannome significa “piccolo diavolo”, entrò nella bottega di Leonardo da Vinci da giovanissimo e divenne presto il suo allievo prediletto. Era noto per il suo carattere vivace e ribelle, ma anche per la sua bellezza, che Leonardo celebrò in diversi dipinti. Alcuni storici ritengono che il maestro lo abbia ritratto in opere come San Giovanni Battista e persino nella Gioconda, suggerendo che il volto della Monna Lisa possa celare tratti di Salaì.
Un legame speciale
Leonardo e Salaì vissero insieme per molti anni, e il giovane artista fu presente accanto al maestro fino ai suoi ultimi giorni in Francia. Sebbene non ci siano prove definitive di una relazione romantica, alcuni documenti e lettere suggeriscono un affetto profondo tra i due. Inoltre, Salaì fu uno degli eredi di Leonardo, ricevendo parte dei suoi beni dopo la sua morte.

Il mistero della Gioconda
Una teoria affascinante sostiene che la Gioconda sia un omaggio di Leonardo a Salaì. Alcuni esperti hanno individuato dettagli nascosti nel dipinto, come le lettere “S” e “L” negli occhi della Monna Lisa, che potrebbero riferirsi a Salaì e Leonardo. Questa ipotesi, sebbene controversa, aggiunge un ulteriore strato di mistero a uno dei dipinti più celebri della storia.
La relazione tra Leonardo da Vinci e Salaì rimane un enigma, ma il loro legame ha sicuramente influenzato la vita e l’opera del grande maestro.
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