Spesso la figura di Leonardo da Vinci viene associata, per ovvie ragioni storiche, alla città di Firenze o alla Francia in genere dove ha soggiornato fino alla sua morte.
Tuttavia, tre anni della sua vita (per l’esattezza dal 1514 al 1517) Leonardo li passa nella Città Eterna e del suo soggiorno romano non si conosce molto. Per questo, oggi abbiamo deciso di dedicare il nostro appuntamento settimanale del blog proprio al rapporto di Leonardo con Roma, dove si trova anche la nostra mostra “Leonardo da Vinci, il Genio e le invenzioni – Le grandi macchine interattive” che ogni anno si rinnova costantemente, ospitando turisti da ogni parte del mondo.
Chiamato dalla famiglia de’ Medici per contribuire alla rinascita culturale, artistica e architettonica della capitale, nel 1514 Leonardo si trasferisce a Roma. Ospitato da Papa Leone X, l’artista e intellettuale alloggia negli appartamenti del Belvedere in Vaticano, dedicandosi assiduamente ai suoi studi di anatomia nello storico ospedale Santo Spirito, situato proprio nei pressi della sua abitazione.
La dedizione allo studio scientifico di questi anni dipende anche dalla (quasi) totale estromissione di Leonardo dal mondo dell’arte. Il grande genio, a lungo incompreso dai suoi contemporanei, infatti, viene letteralmente estromesso dalle grandi opere di ristrutturazione dell’epoca, come ad esempio quella del cantiere di San Pietro e delle decorazioni del Palazzo Vaticano. A lungo i suoi progetti vengono rifiutati e le committenze d’arte scarseggiano sempre di più.
Una condizione, questa, che non viene vissuta serenamente da Leonardo che, proprio nei suoi taccuini privati, si scaglia contro la famiglia de’ Medici che l’aveva fortemente voluto a Roma, indicandoli come quelli che “l’hanno creato e distrutto” allo stesso tempo.
Un soggiorno piuttosto sfortunato quello nella capitale, che si conclude con la “fuga” di Leonardo quando nel 1517 viene accusato di stregoneria da una lettera anonima.
Ma è proprio a Roma che Leonardo porta avanti l’importante, e oseremo dire “illuminante”, progetto degli Specchi Ustori, che aveva l’obiettivo di convogliare il calore del sole su contenitori d’acqua per creare così energia. Pur non riuscendo a raggiungere il risultato sperato, anche a causa delle tante incomprensioni dei suoi aiutanti, l’ambizioso progetto ha il merito di gettare le basi della scienza futura.
Lo studio e il progresso scientifico e anatomico, quindi, sono i punti cardine dell’esperienza romana di Leonardo – non a caso, è proprio a Roma che abbiamo deciso di creare una mostra dedicata alle grandi invenzioni scientifiche del Genio – e che, proprio per questo, meritano di essere ricordati e celebrati.